ANAD: IL SOGNO DI UNA MAMMA, E QUELLO DEL FESTIVAL PER IL FUTURO TEATRO ITALIANO

Questa mattina a mezzogiorno un’altra grande performance a cura dell’Accademia. Un lavoro di ricerca effettuato qui a Spoleto, durante i giorni del Festival, con l’insegnante Monica Vannucchi. Una partitura fisica, emotiva e narrativa per 10 allievi del terzo anno.

Un lavoro interessantissimo, vibrante e commovente che, come spiega durante l’Open class Monica Vannucchi “ha una struttura in cui gli attori hanno degli appuntamenti con le coreografie, con i brani musicali, con gli altri attori e con il testo, lasciando comunque un notevole spazio all’improvvisazione”. Tutto ciò crea un ideale tensione creativa nel gruppo.

Il lavoro è iniziato partendo da una partitura fisica strutturata, poi il gruppo ha effettuato un esercizio fisico sull’ascolto reciproco, su prese ed impulsi che si è armoniosamente trasformato in una serie di esercizi acrobatici. Inizio che ha poi portato ad un’azione scenica narrativa, di grande intensità: il travaglio e la nascita di un bambino. Ispirati al testo “Il sogno di una mamma” di Alice Munro.

Nelle altre due parti del lavoro si assiste ad una ricerca di interazione con degli oggetti e con l’altro, per arrivare ad un accenno di costruzione del personaggio. Nell’ultima parte, l’evoluzione poetica della ricerca: l’acqua, le coreografie, i piccoli oggetti di carta, l’uso dello spazio, la scelta delle musiche, la qualità del movimento, la profonda armonia che si percepisce nel gruppo, la verità e la generosità degli allievi in scena, hanno commosso, toccato ed entusiasmato il pubblico che, fedele e numeroso, ogni giorno riempie il “Tetrino delle 6”. Luogo divenuto, in questo Festival, piccolo scrigno prezioso della ricerca e della sperimentazione artistica per la futura generazione del teatro italiano. (Francesca Cenciarelli)