FESTIVAL, NELLA GIORNATA DI CHIUSURA PRESENTATO "IL VALORE DI UNA VITA" DI ALBERTO TESTA (foto I.Trabalza)

“Il valore di una vita”, il racconto danzato a cura del maestro Alberto Testa, è l’espressione artistica di ciò che accade quando parole e musica si fondono nella danza. Il balletto è andato in scena ieri 10 luglio in chiusura della 54esima edizione del Festival dei due Mondi di Spoleto, presso il Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti. La compagnia Spoleto Ballet, una compagnia di nuova formazione creata dall’Associazione Culturale Eventart, ha presentato, grazie alla sceneggiatura di Paolo Cardinali, Alberto Testa e Massimiliano Siccardi, un balletto molto suggestivo e originale, accompagnato dalle musiche selezionate da Marco Melia. Una sceneggiatura, appunto, che attraverso l’utilizzo di due teli, sui quali sono state proiettate delle immagini evocative della vita di un ragazzo innamorato della danza, ha dominato la scena con estrema naturalezza e semplicità, insieme alla bravura degli artisti danzanti. Il racconto comincia con le immagini di una ballerina, Anna Pavlova, che interpreta la famosa “morte del cigno”.

Una madre e il suo bambino sono spettatori di questo balletto, e il bambino, impressionato dalla figura eterea della danzatrice, decide di donare la propria vita alla danza, intravedendo nella tristezza della morte del cigno il simbolo della perfezione. Il racconto prosegue con la crescita artistica del ragazzo, con le sue vicissitudini umane, con la guerra, le vacanze, l’emergere di nuove tendenze artistiche come la danza contemporanea. Il tutto correlato da balletti di musica classica, contemporanea e dalle sonorità più esotiche, come per il passo a due de “Il Corsaro”. Il ragazzo finalmente giunge al raggiungimento della sua maturità, che egli chiama “plenitude”, e sarà nel finale di nuovo accompagnato per mano dalla madre a vedere la scena del famoso valzer presente nel film “Il Gattopardo”. Un espediente che ricorda il Congresso di Vienna e la danza dei ballerini (gli Stati) nel Concerto Europeo. A colpire il pubblico in sala, insieme alla bravura di tutti i membri del corpo di ballo a cui è andato un grande applauso, è stata la presenza scenica e la capacità artistica del giovane ragazzo di 12 anni che ha interpretato il protagonista da bambino, la cui leggiadria e precisione tecnica sono state la punta di diamante di uno spettacolo emozionante.

Al termine dello spettacolo, la compagnia ha voluto ricordare con un contributo ed una premiazione, la scomparsa di Andrea Maria Cammarano: un’iniziativa che ha commosso il pubblico.

 

(Ale. Chi.)

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