SPOLETO54, VA IN SCENA “PRODOTTO”. CARLO CECCHI DIVIDE IL PUBBLICO (foto I. Trabalza)

(MAB) - Falsa partenza per “Prodotto”, lo spettacolo di Carlo Cecchi proposto ieri sera al Teatro Caio Melisso “Spazio Carla Fendi”. Le luci si spengono e gli attori entrano in scena, ma dopo neanche un minuto si sente un lamento dal fondo della platea: una signora è caduta dalla sedia a rotelle. Poverina, già l'ingresso in sala era stato difficoltoso, nonostante l'aiuto di almeno 5 persone che tiravano, spingevano e sollevavano. In seguito ad una breve attesa tutto si sistema senza registrare danni e lo spettacolo può proseguire.

“Prodotto” è tratto dall'omonimo testo, scritto con feroce ironia, dal drammaturgo inglese Mark Ravenhill. La scena si compone di una scrivania, due sedie ed un frigorifero. Ai due lati della scrivania sono seduti un regista cinematografico, Carlo Cecchi, ed un'attrice hollywoodiana, Antonia Truppo. Il regista racconta all'attrice la sceneggiatura di un film, di cui lei dovrebbe essere protagonista. La trama si dipana sullo sfondo della tragedia dell'11 settembre: una storia d'amore fra Amy e Mohammed, lei donna occidentale in carriera e lui aspirante terrorista islamico. Un incontro che finisce inevitabilmente in tragedia. Il film ovviamente è farcito di esplosioni, sesso e colpi di scena, descritti con entusiasmo dal regista. Una parodia spietata del nulla che aleggia spesso in certa cinematografia, accompagnato da una buona dose di cinismo. Le battute riescono a suscitare l'ilarità di parte del pubblico, accentuando l'effetto grottesco del racconto. Anche perché effettivamente, in certi casi, non c'è proprio niente da ridere.

Durante la narrazione spunta addirittura Osama Bin Laden, per pianificare un attentato nientedimeno che a Disneyland Paris, nonluogo per eccellenza e simbolo dell'opulenza occidentale. Un trionfo di luoghi comuni, volutamente evocati dall'autore, per far riflettere su come l'attentato alle torri gemelle abbia offuscato la nostra capacità di valutare oggettivamente alcune situazioni. Indubbiamente in occidente è aumentato il senso di diffidenza nei confronti delle persone di fede islamica. Leitmotif del testo è infatti la descrizione stereotipata di Mohammed come un uomo scuro che si trascina dietro un tappeto da preghiera, vestito da una lunga tunica bianca, dalla quale spunta un coltello. Come dire che la minaccia rappresentata dal “diverso” è sempre in agguato.

Un lungo monologo non facile, quello di Carlo Cecchi, che a volte fa incespicare la parola dell'attore ma che riesce a sortire con forza il suo effetto. Antonia Truppo è una presenza muta che accompagna il racconto, commentandolo con la sola espressività del volto.

La rappresentazione, utilizzando provocatoriamente gli stessi meccanismi che critica, riesce a far emergere la superficialità con la quale si sfruttano i fatti drammatici per manipolare il senso della realtà.

In replica il 6 luglio, alle 20.00, sempre al Teatro Caio Melisso “Spazio Carla Fendi”.

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