PLACIDO DOMINGO "INSEGUIVO WOODY ALLEN DA 12 ANNI" (Photo)

Al Meeting Point, parterre affollato di giornalisti, fotografi e cineoperatori, tutti in attesa di Placido Domingo e del M° James Conlon per una conferenza stampa di quelle che segnano i momenti decisivi di un Festival.

E il personaggio non lascia delusi, vuoi per il solo fatto che con Josè Carreras, Domingo è l'ultimo dei grandi tenori viventi del ventunesimo secolo, vuoi perché attualmente il grande artista rappresenta la enorme potenzialità degli uomini di spettacolo nella direzione di grandi enti lirici o musicali in genere come la Washington National Opera o la Los Angeles Opera. Non a caso Domingo si trova a Spoleto per illustrare quella grande operazione che è stata il coinvolgimento di Woody Allen nella regia di un opera lirica, il Gianni Schicchi appunto.

"Erano almeno 12 anni che inseguivo Woody, e lui mi aveva sempre detto che aveva da fare, come fanno tutti gli uomini di spettacolo".

"All'inizio - narra in un amabile "itagnolo" il tenore - avevo proposto ad Allen la regia di Boheme, ma non se ne era fatto nulla perché troppo lunga. Poi dopo un po' di anni sono tornato alla carica e con la proposta del trittico (Il Tabarro, Suor Angelica e il Gianni Schicchi), relativamente alla regia del Gianni Schicchi sono riuscito a convincere il regista".

Racconta Domingo, come in America i registi del calibro di Allen vogliono essere tranquilli di avere il tempo sufficiente per provare, solo che al momento delle prove effettive sembra che Allen abbia detto "Ma qui ci vuole molto meno tempo che nel cinema".

Il tenore spiega che molto di tutto ciò si deve alla grandissima professionalità dei cast di cantanti lirici, molto preparati e facilmente "malleabili", con meno bizze per intenderci.

Domingo non accenna alle sue precedenti volte a Spoleto e men che meno alla sua più che ventennale amicizia con il compianto M° Giancarlo Menotti. In questo si coglie la signorilità del grande uomo di spettacolo che lascia il palcoscenico ai veri protagonisti della serata.

Uno di questi è senz'altro il M° James Conlon che visibilmente emozionato racconta il suo amore per Spoleto e di come questa città per lui rappresenti il suo debutto nella direzione d'orchestra "Era il 1971 ed ero assistente volontario con la Juilliard School nell'orchestrazione del Boris Godunov. Mi sono poi ritrovato a dirigerlo il Boris e quello è stato il mio debutto in direzione, al Teatro Nuovo di Spoleto. Capirete perché per me questa seconda serata a Spoleto è davvero molto importante".

Alessio Vlad, consulente musicale del M° Ferrara prova a dare indicazioni sul finale dell'opera, ma Conlon lo fulmina con un occhiata e da scaramantico artista dice "Nessuno sa come sarà il finale, sarà una vera sorpresa", punto e basta.

Ferrara approfitta dell'occasione per dare il benvenuto ufficiale nel tourbillon festivaliero al neo Sindaco Daniele Benedetti, seduto in prima fila e passa la parola al Sottosegretario Francesco Giro, che dopo aver portato i saluti del Ministro Sandro Bondi, ribadisce la vicinanza del Ministero al Festival.

Il Sottosegretario ricorda che è in via di approvazione la legge quadro sulle attività dello  spettacolo e annuncia una grande operazione di rifinanziamento del Fus, Fondo unico dello Spettacolo, per circa 60 milioni di Euro.

Ma l'ora e tarda e gli artisti, Domingo e Conlon fremono per andare a teatro,  la loro casa naturale. Per parlare di fondi ci sarà un'altra occasione magari.

Una ampia photogallery dell'incontro  è disponibile  nel sito spoletofestivalcorner.it  ed il servizio completo sulla conferenza stampa sarà disponibile domani  nella striscia quotidiana di SpoleTOfestivalcorner in onda su Umbria Tv alle 22,00 ed in replica dopo le 24,00 e alle 14,15 del giorno successivo.

 

(Carvan)